Dolore cronico
Concentrarsi è molto piú opportuno che distrarsi (Jon Kabat-Zinn)
Se sei arrivato a questa pagina è perché conosci la sofferenza. Soffrire il dolore fisico è abitare in un luogo scuro, che rabbuia la nostra vita, le toglie luce, energia e come uno tsunami travolge le varie sfere della nostra esistenza:
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a livello personale, ne altera la calma e perturba la qualitá del nostro sonno
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sul piano professionale puó rendere difficile andare a lavorare, riducendo la nostra dimensione sociale e vitale
- e a livello sociale e familiare si puó avere la sensazione di non essere compresi da nessuno e d’altro canto puó essere vero che familiari e amici possono stancarsi e non tollerare piú continue lamentele e racconti di visite mediche senza speranza
Eppure, indipendentemente dalla sua causa, nel dolore interviene sempre una dimensione psicologica: che è la relazione che abbiamo noi con il dolore. Questo significa che diventa interessante conoscere e osservare i propri pensieri, emozioni e comportamenti che ruotano attorno al dolore, perché questi sì possono fare la differenza, possono essere osservati e chissà anche modificati. Infatti, i nostri pensieri, le nostre emozioni e i nostri comportamenti relativi al nostro dolore possono avere un impatto positivo o negativo sul dolore stesso.
- Inoltre, se siamo coscienti o presenti al compito che il dolore ci pone, alla richiesta di significato che solleva, anche nel dolore c’è uno spazio di libertà, una scelta possibile e noi possiamo decidere come viverlo: possiamo perderci senza trovare la via d’uscita; possiamo aprirci a lui, abbracciarlo con coraggio e coscienza, osservarlo e molto probabilmente crescere, guarire e trasformare la nostra vita.